男性が遺言書に記した花押（撮影日：2016年03月09日）
戦国武将のサインとして知られる手書きの「花押（かおう）」を、遺言書に押印をする代わりに使うことが有効かどうかが争われた訴訟の上告審判決で、最高裁第2小法廷（小貫芳信裁判長）は6月3日、「花押は押印の要件を満たさない」との初判断を示した。時事ドットコムなどが報じた。
民法は、自分で遺言を書く場合は押印が必要と規定している。第２小法廷は、その理由を「重要な文書は署名し、押印することで完結させる慣行がわが国にはある」と説明。その上で「花押を書く慣行はなく、印章による押印と同視することはできない」と指摘した。
遺言書は２００３年に８５歳で死亡した沖縄県の男性名義で、署名の下に花押が書かれていた。遺言により男性所有の土地を受け継いだとする次男が、無効と主張する長男と三男を訴え、1、2審は有効と判断した。
（遺言書「花押」は無効＝初判断、「慣行ない」－最高裁：時事ドットコムより 2016/06/03 15:41）
花押は本人の書状だということを示すために使ったサインの一種で、現在でも閣僚が閣議決定の際に使用することがある。
第2小法廷は、沖縄県の男性の遺言書を有効とした2審の福岡高裁那覇支部判決を破棄。相続に関する審理が尽くされていないとして、福岡高裁に差し戻した。
産経ニュースによると、1審那覇地裁は「文書作成者の特定に使われてきた歴史がある。男性はこれまでも花押を使用しており、印鑑よりも偽造が困難」として、花押を印として認め、遺言書を有効と判断。2審福岡高裁那覇支部も1審を支持した。
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イタリアの遺言書と署名
Gabriele D'Annunzio(01 of23)
Nomino i miei esecutori testamentari l’Architetto Gian Carlo Maroni sovrintendente del Vittoriale\ne l’avv. Leopoldo Barduzzi proc. Gen.\nAd essi commento di curare la osservanza delle mie ultime volontà, nell’ambito e in armonia con\nquanto fu da me voluto in accordo col mio Grande Fratello e compagno nel creare la Fondazione\ndel “Vittoriale degli Italiani”.\nGabriele d’Annunzio\n (credit:Archivi Notarili)
Alcide De Gasperi(02 of23)
Oltre che ai parenti, io le raccomando all’aiuto ed all’appoggio di quei pochi ma generosi amici che nel\nperiodo delle prove mi conservarono la loro amicizia. Non posso lasciar loro mezzi di fortuna, perché\nalla fortuna ho dovuto rinunziare per tener fede ai miei ideali.\n[…]\nMuoio colla coscienza d’aver combattuto la buona battaglia e colla sicurezza che un giorno i nostri ideali trionferanno. \nAlcide\n (credit:Archivi Notarili)
Camillo Benso conte di Cavour(03 of23)
Lascio a questa città mia patria le somma di lire cinquantamille acciò colla medesima si eriga\nsiccome ne prego l’amministrazione, una nuova sala d’asilo infantile ne’ quartiere di Portanuova.\nLa quale somma intendo le sia dal mio erede pagata fra due anni senza interessi pendente tal\nmora;\nCamillo di Cavour.\n (credit:Archivi Notarili)
Giovanni Agnelli(04 of23)
A cura dei miei esecutori testamentari dovrà essere eretto apposito ente morale sotto la denominazione\n“Fondazione Agnelli” con sede in Torino, coi cespiti patrimoniali di cui sopra e colla finalità\nstatutaria di soccorrere colle sue rendite le famiglie bisognose di lavoratori in circostanze particolari\ndi difficoltà economiche, - e segnatamente in casi famigliari penosi causati da invalidità, vecchiaia o\nmalattia, oppure in casi di necessità speciali dovute a motivi di studio, di nuzialità o di natalità,- il\ntutto sempre con preferenza per le famiglie appartenenti al personale del gruppo “Fiat” oppure alla\nVal Chisone.\nGiovanni Agnelli\n (credit:Archivi Notarili)
Giorgio Ambrosoli(05 of23)
E’ indubbio che - in ogni caso - pagherò a molto caro prezzo l’incarico: lo sapevo prima di accettarlo\ne quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un’occasione unica di fare qualcosa per il paese.\n[…] \nQualunque cosa succeda, comunque tu sai che cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto. \nGiorgio\n (credit:Archivi Notarili)
Enrico De Nicola(06 of23)
Tutto il mio patrimonio è frutto esclusivo del mio lungo, assiduo, onesto lavoro professionale di\ncinquanta anni. La mia vita modesta e parsimoniosa mi ha consentito di accantonare risparmi\nsugli introiti annuale e di accumulare anche fino a pochi anni or sono tutte le rendite. Avrei\nposseduto un patrimonio notevole se non mi fossi imposto volontariamente una norma che ho\nosservato in modo rigorosissimo, come tutti sanno, dal giorno in cui entrai nella vita politica: di\nnon accettare il patrocinio di cause, le quali avessero relazione, sia pure indiretta, con lo Stato e\ndi cause le quali durante le due guerre mondiali avessero comunque relazione con la situazione\nbellica, politica o militare.\nEnrico De Nicola fu Angelo\n (credit:Archivi Notarili)
Gioacchino Belli(07 of23)
Il mio corpo, divenuto che sarà cadavere, ordino e voglio che senza alcuna specie di pompa venga trasportato dalla mia abitazione fino al luogo della sepoltura come suoldirsi per carità o in forma pauperum; e ciò non solo per risparmiar gravezze e dispendi al lieve patrimonio di mio figlio, ma eziandio e più ipecialmente in risguardo della umiltà e della mortificazione dovute alle colpe quali si è innanzi a Dio macchiata la mia vita.\nGiuseppe Gioachino Belli \n (credit:Archivi Notarili)
Alessandro Manzoni(08 of23)
Al mio servitore Clemente Vismara, se, come suppongo, si troverà al mio servizio al momento\ndella mia morte, lascio, per la ristrettezza del mio asse, la tenue somma di lire cento, in benemerenza\nde’ suoi fedeli e affettuosi servizi, dei quali consegno qui una piena attestazione, perché ne\npossa valere, quando creda che gli possa essere utile.\nTale è la mia ultima volontà, che passo a sottoscrivere.\nAlessandro Manzoni testatore\n
Giuseppe Garibaldi(09 of23)
Il mio cadavere sarà cremato con legna di Caprera nel sito da me indicato con asta di ferro ed un pizzigo di cenere; sarà chiuso in urna di granito e collocata nella tomba delle mie bambine sotto l’agaccio ivi esistente – La mia salma vestirà camicia rossa – La testa, nel feretro, o lettino di ferro – appoggiato al muro,\nverso tramontana – con volto scoperto – i piedi all’asta-\nI piedi del feretro o lettino assicurati con catenetta di ferro, siccome la testa –\nAl Sindaco né a chiunque si parteciperà la mia morte senonchè finita la cremazione –\nG.Garibaldi (credit:Archivi Notarili)
Grazia Deledda(10 of23)
Lascio ai miei due figli Sardus e Francesco Madesani quanto mi appartiene perché se lo dividano di comune accordo, con l’obbligo, però, di versare entro tre mesi dopo la mia morte, detraendola dalla comune eredità, la somma di lire italiane cinquanta mila (50.000) alla mia nipote Mirella Morelli di Roberto Morelli e Giuseppina Deledda, come ricordo per la buona compagnia che essa mi fece durante la sua fanciullezza e perché essa abbia sempre a praticare gli insegnamenti che maternamente le ho dato.\nGrazia Deledda Madesani\n (credit:Archivi Notarili)
Enzo Ferrari(11 of23)
Revoco ogni mia precedente disposizione testamentaria. Istituisco erede universale di tutti i miei beni mio figlio Piero Lardi Ferrari \n\nFerrari Enzo\n (credit:Archivi Notarili)
Enzo Ferrari(12 of23)
Revoco ogni mia precedente disposizione testamentaria. Istituisco erede universale di tutti i miei beni mio figlio Piero Lardi Ferrari \n\nFerrari Enzo\n (credit:Archivi Notarili)
Antonio Fogazzaro(13 of23)
Muoio nella fede cattolica, da me sempre confessata davanti agli uomini. Perdono a tutti coloro\nche per le mie opinioni religiose mi hanno, da opposte parti, detto ingiuria. Mi abbandono pregando\ne sperando alle braccia del Padre che sa le mie vere colpe e il mio dolore.\nAntonio Fogazzaro.\n (credit:Archivi Notarili)
Alfonso La Marmora(14 of23)
Raccomando anzitutto l’anima mia a quel Divino e Onnipotente Creatore che mi ha prodigato\nin questa terra beni e favori assai più che io non meritavo e che poco prima di morire mi volle\nlasciare in tali condizioni di fortuna da poter fare del bene alla mia famiglia e ai poveri.\nAlfonso La Marmora del fu Celestino\nGenerale d’Armata\n (credit:Archivi Notarili)
Lina Cavalieri(15 of23)
Questo è il mio testamento che annulla tutti i precedenti.\nPoiché, mia vita natural durante, ho provveduto alla sistemazione definitiva dei miei fratelli Giovanni\ned Oreste e di mia sorella Giulia Italia, nomino mio erede universale il mio adorato figlio\nAlessandro, col solo incarico di versare alla Reale Accademia di Santa Cecilia in Roma Lire centomila\nper la istituzione di una borsa di studio di canto per una giovinetta bisognosa della provincia di Roma.\nLina Cavalieri\n (credit:Archivi Notarili)
Guglielmo Marconi(16 of23)
«Perché Non siano dimenticati alcuni momenti della mia vita, certo non piacevoli, dichiaro che dopo il mio divorzio colla signora Beatrice O’Brien oggi marchesa Marignoli, a sua richiesta le ho donato la somma di Lire italiane 3.000.000 (tre milioni) come da regolari ricevute che conservo». \n\nGuglielmo Marconi.\n (credit:Archivi Notarili)
Papa Paolo VI(17 of23)
A te, Roma, diocesi di San Pietro e del Vicario di Cristo, dilettissima a questo ultimo servo dei\nservi di Dio, la mia benedizione più paterna e più piena, affinché Tu Urbe dell’orbe, sia sempre\nmemore della tua misteriosa vocazione, e con umana virtù e con fede cristiana sappia rispondere,\nper quanto sarà lunga la storia del mondo, alla tua spirituale e universale missione.\n\nPaulus PP. VI\n (credit:Archivi Notarili)
Giovanni Pascoli(18 of23)
Nomino mio erede universale mia sorella Maria, detta “Mariù” Io notaio – presenti i testimoni –\nho letto questo atto - da me scritto in un foglio per una pagina e mezza circa – al Testatore che lo\nconferma\nGiovanni Pascoli\n (credit:Archivi Notarili)
Ettore Petrolini(19 of23)
I diritto d’Autore, commedie, canzoni, parodie e composizioni musicali, ecc. appartengono ai miei figli come pure appartengono marmi, bronzi, stampe, quadri, libri rari e tutto altro che concerne la mia biblioteca teatrale, scenografica, letteraria-artistica.”\nEttore Petrolini\n (credit:Archivi Notarili)
Edoardo Scarpetta(20 of23)
Il migliore omaggio che potranno rendere i miei figli alla memoria mia sarà quello dell’affetto reciproco e dell’affetto verso la madre loro: ed impongo a tutti di prestare obbedienza alle presenti mie disposizioni delle quali esigo da tutti la più rigorosa esecuzione.\nEduardo Scarpetta fu Domenico.\n (credit:Archivi Notarili)
Giuseppe Verdi(21 of23)
Esprimo il vivo desiderio di essere sepolto in Milano con mia moglie nell’Oratorio che verrà Costrutto nella Casa di Riposo dei Musicisti da me fondata. […]Ordino che i miei funerali siano modestissimi e siano fatti allo spuntar del giorno o all’Ave Maria di sera senza canti e suoni.\nNon voglio nessuna partecipazione della mia morte colle solite formule\nSi distribuiranno ai poveri del villaggio di Sant’Agata lire mille nel giorno dopo la mia morte”\n\nsottoscritto Giuseppe Verdi e firmato G. Verdi\n (credit:Archivi Notarili)
Giovanni Verga(22 of23)
Lego a mia sorella Teresa Verga, maritata Felice una rendita annua vitalizia di lire milleduecento l’anno, da pagarsi dal mio erede a rate mensili da lire cento l’una, iniziando il pagamento della prima rata un mese dopo la mia morte.\nQuesto legato di rendita vitalizia annua intendo farlo a titolo di alimenti, ed avvalendomi della facoltà concessa dall’art. 1800 codice civile dispongo che non sia alienabile, né cedibile, né sequestrabile.\nGiovanni Verga\n (credit:Archivi Notarili)
Giuseppe Zanardelli(23 of23)
Voglio che dalla mia sostanza si prelevi una somma colla quale acquistare nel cimitero di Brescia un’arca in cui comporre le salme di tutte le persone di mia famiglia, ed un’altra somma colla quale nell’arca stessa far eseguire dal mio amico Ximenes. Ettore un monumento a mio padre e mia madre:\nnel formarlo l’insigne scultore precisi che essi fecero una vita tutta di sacrifici e di privazioni\npur di dare educazione ed un tenue retaggio ai figli che allevarono in numero di undici. \nGiuseppe Zanardelli.\n (credit:Archivi Notarili)